Città del Vaticano

Carissimi,

la dichiarazione della rinuncia al Pontificato da parte di S.S. Benedetto XVI ha scosso il mondo, tanto era inaspettata e tanto è inusuale. Il Papa aveva già parlato chiaramente di questa eventualità; era evidente che stava svolgendo una missione ricevuta e che esercitava un potere posseduto. Davvero non era stata falsa umiltà quella con la qualei si era qualificato all’inizio del pontificato: “un umile lavoratore nella vigna del Signore”. Il Santo Padre non ci abbandona nel tempo della difficoltà, con fiducia invita la Chiesa ad affidarsi allo Spirito Santo e ad un nuovo Successore di Pietro.

Joseph Ratzinger si ritirerà in quello che è stato un monastero di clausura tra le Mura Leonine del Vaticano per “servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”. Dunque, il suo servizio continua e diventa ancor più rilevante: non ha scelto la sua Baviera nativa o un lontano monastero ma la vicinanza fisica alla tomba di Pietro sino all’ultimo. C’è soprattutto molta umiltà nella decisione di passare il testimone per dedicarsi alla preghiera inesausta, attendendo la chiamata alla Casa del Padre.

Come servo della carità, Benedetto XVI ha attraversato il deserto e ha visto la luce. Il suo gesto coraggioso conferma il primato dell’amore.

Il Papa ha maturato la sua coraggiosa scelta. Il nostro Pontefice non si ritira per godersi la pensione, per spendere il tempo che gli resta nella scrittura dei suoi saggi teologici, Egli si considera autenticamente “servo” e, quando il servo perde le forze e il vigore, allora è giunto il momento di arretrare, non per vile abbandono dinanzi alle difficoltà ma per somma lucidità e per grande amore della Chiesa e di ognuno dei suoi membri. 

Benedetto XVI non attende di esalare l’ultimo respiro varcando la soglia del tempo e della storia per entrare in quella dimensione di eternità che attende ogni creatura umana e quindi di chiudere il suo servizio con il sigillo definitivo imposto dalla morte, come quasi tutti i suoi predecessori. Egli guarda fisso negli occhi il traguardo di tutti gli umani. 

Il Vescovo di Roma è un uomo al quale lo Spirito Santo ha assegnato un ruolo, al cui vertice sta solo e sempre la carità. Proprio per estrema carità, Papa Benedetto XVI non diventa un ex-papa e conserva dignità regali, ma esprime il suo essere un presbitero, un Vescovo ricco solo del volere di Dio.

Benedetto XVI è un Papa che ha svelato la carità come contenuto della fede.

Mercoledì 27 febbraio, alle ore 10.30, in Piazza San Pietro il Santo Padre terrà l’ultima Udienza Generale del suo Pontificato. Per l’ingresso non è previsto alcun biglietto, proprio al fine di favorire la più ampia partecipazione possibile.

La nostra comunità associativa in questi anni ha più volte sperimentato la paterna vicinanza di Papa Benedetto XVI, anche quando ha personalmente accettato il nostro premio “Targa della Pace”, conferito alla Santa Sede, pubblicamente in Piazza San Pietro il 27 maggio 2009.

Desidero, pertanto, invitare tutti a partecipare numerosi a questo significativo momento di vita della Chiesa, per manifestare ancora una volta il nostro affetto e la nostra devozione al Sommo Pontefice e per pregare con Lui e per Lui il Signore Gesù, invocando anche la materna intercessione della Vergine Maria sui Cardinali che saranno chiamati ad eleggere il nuovo Vescovo di Roma.

Conto su molti di Voi con soci, familiari ed amici.

Generale Ennio Reggiani